TERREMOTO INDIA

Sisma INDIA Gennaio – Febbraio 2001 

    A seguito notizie stampa di un terremoto di grande intensità che aveva colpito la regione del Gujarat in India, l’Associazione Unità Cinofila Partenopea e il Servizio emergenze del Comune di Sant’Anastasia, si attivavano per offrire la loro disponibilità per organizzare una missione di soccorso.

Atteso che non erano previsti interventi da parte di Enti o Strutture, grazie alla offerta di uno sponsor privato (Vesuviana Trasporti con sede in Sant’Anastasia) si offriva la collaborazione direttamente alla Ambasciata d’India in Italia.

Questa espletate le formalità di rito autorizzava la partenza.

Il giorno 30 gennaio 2001 è partita in missione una squadra di ricerca e soccorso leggera costituita dalle seguenti unità:

Pasquale Landinetti, con cane da ricerca Sun – Responsabile dell’Unità Cinofila Partenopea;

Luigi Maiello, con cane da ricerca Lisa, Responsabile del Servizio Emergenze, Delegato alla Protezione Civile del Comune di Sant’Anastasia (Na);

Dr. Fabio Ciciliano, Responsabile sanitario della missione.

  La squadra è partita da Napoli martedì 30 gennaio 2001 alle ore 05.00, alla volta di Roma (arrivo 12.05) per raggiungere, con il volo di linea della Compagnia Air France Roma – Parigi delle ore 14.05, proseguendo poi con volo di linea della compagnia aerea Air India Parigi – New Delhi – Bombay delle ore 19.00.

È da segnalare in questo circostanza la disponibilità della Air India la quale ha emesso gratuitamente i biglietti aerei di andata e ritorno per l’intera squadra.

Durante il viaggio da Parigi a Bombay si è reso necessario l’intervento del medico per trattare una passeggera gravida al quarto mese di gestazione che presentava una sintomatologia dolorosa localizzata all’ipocondrio destro tanto intensa da causarle, in seguito, un lipotimia con collasso cardiocircolatorio.

Giunti alle ore 11,30 del 31 gennaio 2001 (ora locale) circa all’aeroporto di Bombay ed espletate le formalità amministrative (controllo dei passaporti con i nominativi della squadra forniti dall’Ambasciata dell’India in Italia al Ministero degli Interni Indiano), L’autorità locale di polizia ha curato l’emissione gratuita di biglietti aerei da Bombay ad Ahmedabad per l’intera squadra sul volo di linea India Aerlines partito alle ore 17.00 e giunto ad Ahmedabad alle ore 18.30 circa.

Durante il viaggio di andata da Parigi ad Ahmedabad è stata incontrata un’altra squadra cinofila di ricerca costituita da 8 volontari con altrettanti cani da ricerca provenienti dalla Spagna. Si decideva di proseguire l’intervento in modo congiunto.

All’aeroporto di Ahmedabad un autobus ha trasportato l’intera squadra costituita dalle 3 unità italiane e dalle 8 spagnole alla volta della locale centrale operativa per l’emergenza.

Poiché la squadra cinofila di ricerca e soccorso italo-spagnola era la più consistente tra le altre squadre internazionali presenti nello stato del Gujarat, si è deciso, di concerto con le autorità dello stato del Gujarat, di raggiungere il comune maggiormente colpito dal terremoto e con il maggior numero di dispersi: Bachau. È stato affidato alla squadra un funzionario delle autorità locali che ha seguito da vicino e personalmente tutte le fasi della missione.

Il viaggio per Bachau, distante circa  400 km da Ahmedabad, iniziato alle ore 20.00 circa, si è svolto in autobus (che è diventato la nostra centrale operativa mobile e la postazione base) ed è durato per le cattive condizioni delle strade, circa 10 ore.

Giunti alle ore 06.00 del giorno 1 febbraio 2001 circa a Bachau, la squadra di intervento si è resa operativa a partire dalle prime luci dell’alba (ore 07.00 circa) ed ha iniziato la ricerca di eventuali superstiti. Poiché mancavano punti di riferimento locali si provvedeva a costituire un gruppo i volontari locali che raccoglievano le informazioni circa le richieste di ricerche e fornivano le prime sommarie informazioni sui possibili sepolti.

Le ricerche venivano effettuate da 3 team misti italo- spagnoli. Per opportunità si ricordano solo le ricerche effettuate dalle U.C. italiane.

Su esplicite richieste di cittadini locali venivano effettuate 4 ricerche su abitazioni private e su quanto rimaneva dell’ospedale.

Tra la terza e la quarta ricerca veniva richiesto l’intervento per una presunta richiesta di aiuto proveniente da un fabbricato danneggiato.

Poiché la segnalazione era al terzo piano ed era impossibile far intervenire i cani, per il crollo della scala interna, gli operatori raggiungevano quello che restava dei vari piani in arrampicata verificando personalmente la effettiva presenza di un eventuale superstite. Durante tali operazioni si è avuta una scossa di assestamento che ha provocato la caduta di alcuni calcinacci. La ricerca dava esito negativo.

Alle ore 14.00 circa su indicazione di alcuni abitanti, veniva ritrovato un uomo ancora in vita tra le macerie di un edificio ad un piano.

Una volta messa in sicurezza la struttura ed estratto l’infortunato, si è provveduto al suo trattamento sanitario immediato. In particolare, l’uomo, dall’apparente età di circa 35 anni, presentava un’insufficienza respiratoria moderata, determinata verosimilmente dalla presenza delle enormi quantità di polvere fra le macerie e dalla permanenza tra le macerie per più di 6 giorni; presentava, inoltre una frattura scomposta alla arto superiore destro verosimilmente dell’olecrano dell’ulna destra, prontamente ridotta ed immobilizzata. Una volta stabilizzato il paziente, attraverso la somministrazione di ossigeno ad alto volume e riduzione della frattura, si provvedeva al trasporto presso il locale ospedale per il ricovero.

Le ricerche con i cani sono continuate fino alle ore 20.00 circa, costituendo diversi team che procedevano in varie zone della cittadina collaborando con le locali squadre di scavo.

Al termine delle operazioni di ricerca si è provveduto, attraverso il funzionario locale che ci accompagnava, alla comunicazione del resoconto delle operazioni di ricerca e soccorso della giornata.

Il Centro Coordinamento, di concerto con la nostra squadra, decideva di inviarci presso un’altra località: Gandhidham.

Giunti a Gandhidam alle ore 02.30 circa del giorno venerdì 2 febbraio 2001, venivamo ospitati presso la base militare IFFCO di Gandhidam, sede della Centrale Operativa della provincia di Chauchau.

Alle ore 08.30 circa la squadra si portava presso la zona più colpita di Gandhidam.

Presso la sede di un ex centro commerciale che contava circa 500 morti e 300 dispersi, la squadra di ricerca si integrava con altre squadre già presenti sul luogo, in particolare la squadra americana ARTI esperta in controlli della statica delle strutture (American Rescue Team International), quella coreana del sud (KRA- Korean Rescue Association) dotata di telecamere snodabili a raggi infrarossi per la ricerca dei dispersi, quella della Repubblica Sudafricana dotata di martinetti idraulici, di respiratori, fotocellule, cesoie e divaricatori idraulici, ecc. e quella dello Stato di Israele che ha impiantato un ospedale da campo con annessa sala operatoria.

Chiamati ad intervenire presso la sede di un residence da alcuni abitanti del posto per la segnalazione di alcuni dispersi, si cominciava la ricerca con cani.

A seguito della segnalazione dei cani (positiva), si provvedeva alla valutazione statica della costruzione per l’eventuale ricerca ed estricazione dei dispersi ritrovati.

Si contattava, quindi, la squadra statunitense esperta nella valutazione della statica della costruzione che sconsigliava ulteriori ricerche od interventi giacché le condizioni della struttura erano talmente precarie e pericolose, tali da non consentirne in sicurezza qualsiasi intervento.

Si è poi continuata la ricerca presso altre strutture sempre con le stesse modalità.

Terminate le operazioni di ricerca, si è ritornati presso la base IFFCO di Gandhidham, dove si è provveduto alla comunicazione all’autorità governativa dell’emergenza del resoconto delle operazioni di ricerca.

Le autorità del luogo decidevano, a questo punto, di inviare la squadra di soccorso presso il centro operativo delle emergenze sito a Bhuj. Partiti alle ore 22.00 circa dalla base IFFCO di Gandhidham, la squadra giungeva alle ore 02.30 circa del giorno sabato 03 febbraio 2001 presso il campo internazionale di Bhuj.

Si è reso necessario l’intervento del medico della squadra per il funzionario di Gandhidham che presentava una precordialgia. Si è provveduto, quindi, immediatamente alla esecuzione di un’elettrocardiogramma con l’elettrocardiografo portato dall’Italia che non mostrava segni di sofferenza cardiaca. Dopo la somministrazione di [carvasin], la sintomatologia non è regredita, ma l’anamnesi raccolta con grande difficoltà per via della lingua, ha messo in evidenza la presenza di una gastrite erosiva determinata dalla somministrazione cronica di antinfiammatori (prednisolone) per il trattamento di un adenoma ipofisario secernente (acromegalia) e precedentemente trattato per via chirurgica trans-sfenoidale.

Nel corso del briefing si è provveduto alla relazione generale delle giornate di intervento presso i delegati ONU presenti a Bhuj.

Ci veniva riferito, tra l’altro, dai delegati ONU che la nostra squadra era l’unica presenza italiana tra le squadre di intervento internazionali.

Veniva deciso di operare congiuntamente alla squadra di soccorso Sudafricana cui era affidata la ricerca in un quartiere di Bhuj.

Anche queste ricerche hanno dato esito negativo.

Nel pomeriggio ravvisata, quindi, la non operatività delle squadre di ricerca con cani, giacché si era ormai giunti all’ 8° giorno dal terremoto, su conforme parere dei delegati ONU presenti sul posto, si disponeva la levata del servizio, organizzando, quindi, il ritorno in Italia.

Durante il viaggio di ritorno (attraverso un volo militare da Bhuj ad Ahmedabad durante il primo viaggio aereo ( da Bhujuhj ad Ahmedabad) effettuato con un volo militare, insieme alla squadra italiana, sono state trasportate anche due squadre spagnole, quella della Corea del Sud, nonché quattro feriti barrellati con i loro familiari al seguito.

Per uno di questi (una donna di circa 65 anni amputata al terzo inferiore di gamba sinistra), a seguito di un’improvvisa desaturazione (39%) seguita da arresto respiratorio si è reso necessario instaurare manovre rianimatorie attraverso la respirazione artificiale con pallone di Ambu.

Poiché la bombola di ossigeno in dotazione alla squadra di soccorso italiana era stata lasciata all’equipaggio dell’ambulanza per il trattamento del disperso ritrovato fra le macerie nella città di Bachau, si è reso necessario adattare il circuito dell’ossigeno del reservoir del pallone di Ambu ad una bombola di O2 utilizzata normalmente in emergenza sull’aereo militare a seguito di un’ eventuale depressurizzazione.

Una volta rianimata la signora, si è proceduto al controllo continuo dei parametri vitali di base attraverso la motorizzazione continua dell’attività cardiaca  e della satuirazione di ossigeno.

Si sono, inoltre, resi necessari il trattamento e la gestione sanitaria degli altri tre feriti ( un ragazzo di 13 anni con frattura del bacino e ferita lacero-contusa con perdita di sostanza al piede sinitro; un anziano di 104 anni (riferiti) con ferita lacero-contuse multiple al capo ed alla mano sinistra che stavano cicatrizzando per seconda intenzione; un uomo con una frattura dell’osso frontale in regione orbitale sx ).

Giunti all’aereoporto di Ahmedabad si è atteso l’arrivo delle autombulanze con la consegna dei 4 feriti al medico del pronto soccorso dell’ospedale locale.

Dall’areopporto di Ahmedabad la squadra è ritornata alla centrale operativa per l’emergenza dove si sono rapportati tutti gli interventi effettuati al responsabile delle attività di coordinamento dei soccorsi e con il quale si è concordato il ritorno presso l’aeroporto internazionale di Bombay ( con un altro volo militare: Ahmedabad – Bombay).

Da Bombay si è attesa la partenza alla volta di Parigi e di lì a Roma Fiumicino.

La missione si è conclusa nella sede del centro operativo comunale del Comune di Sant’Anastasia – Napoli, nonché sede logistica della Unità Cinofila Partenopea alle ore 18.00 del giorno 5 febbraio.

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Cape Town, South Africa

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